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Lettera 22

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Il Progetto

Il Progetto

Lettera 22

Progettata da Giuseppe Beccio e disegnata da Marcello Nizzoli, questo modello sostituisce la MP1, ma con molte innovazioni.

La tastiera è incorporata nella carrozeria, così come il rullo, di cui sporge solo la manopola; anche l’ingombro della leva dell’interlinea è minimo, per soddisfare nel modo migliore le esigenze di trasportabilità e di limitato ingombro.

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Schizzo di Marcello Nizzoli per la Lettera 22
Schizzo di Marcello Nizzoli per la Lettera 22
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La macchina, che misura 8,3 x 29,8 x 32,4 cm, dà subito un’impressione di leggerezza e agilità, anche se il peso, dovendo garantire robustezza e qualità delle prestazioni, non è indifferente (3,7 Kg).

Una valigetta con maniglia agevola il trasporto.

Le prestazioni sono ottime, grazie alla precisione dei martelletti di stampa e ai cinematici studiati in modo tale da rendere più leggera e agile la pressione sui tasti.

La tastiera presenta alcune limitazioni, dovute alla necessità di contenere le dimensioni (ad esempio, non è presente il tasto col numero 1 che si ottiene utilizzando la lettera elle minuscola), ma la macchina offre alcune funzioni (es. cambio automatico di direzione del movimento del nastro inchiostrato quando questo giunge alla fine; tasto di ritorno; tasto di tabulazione; possibilità di scrittura in rosso o nero o anche senza inchiostro per preparare matrici per la stampa a ciclostile, ecc.) che non fanno rimpiangere le ben più ingombranti macchine professionali.

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La lettura 22 nella versione con carrozzeria di colore rosa
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Le Origini del Nome

Le Origini del Nome

Contravvenendo alla prassi di privilegiare l’allofonia, per la nuova macchina per scrivere destinata a sostituire la storica Portatile Fortini adottò un nome italiano, mutuato dal lessico comune e del tutto trasparente: nacque così la Lettera 22 (1950), la cui forza propulsiva fu tale da imporla su tutti i mercati. Si trattava d’altra parte di una macchina progettata per entrare nelle abitudini degli italiani e un nome troppo ricercato ne avrebbe alterato l’identità.

Tratto da «E. Papa: Olivetti dalla macchina al logos»

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“Lettera 22, una macchina per scrivere nelle nostre case”

1950

“Il suo posto è nella vita quotidiana, in famiglia e in viaggio; necessaria al professioni – sta e allo studente, alla signora e al commerciante; universale come il telefono, la radio, l’orologio.”

1950

Vicina alla tipologia dei nomi parlanti (Portatile, Studio), anche la denominazione Lettera è orientata alla funzione d’utilizzo, come sottolineavano gli annunci dell’epoca:

“Lettera 22, una macchina per scrivere nelle nostre case”

1950

“Olivetti Lettera 22 […] reca nel nome, con la qualità della sua origine, la sua destinazione.”

1950

Siamo però di fronte anche a un nome evocativo: sotterraneamente continua a lavorare l’idea che aveva ispirato la scelta di Lexikon, “il nome dei dizionari, dove si raccolgono tutte le parole che la macchina per scrivere, in potenza, contiene”.

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Manifesto pubblicitario per la Lettera 22, Giovanni Pintori
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Manifesto pubblicitario per la Lettera 22, Giovanni Pintori

“Con le vocali e le consonanti si fanno le parole, con le parole si fanno i pensieri, coi pensieri si pensano le lettere, con la Lettera 22 si scrivono.”

1950

“Lettere di famiglia, lettere di presentazione, lettere d’affari, lettere d’auguri, lettere di vendita, lettere riservate, lettere d’amore, lettere circolari, lettere di congedo, lettere di ringraziamento…in tutte lettere, in belle lettere, tutte con la Olivetti Lettera 22.”

1950

All’estero la nuova portatile assunse nomi diversi: l’Hispano-Olivetti adottò Pluma 22, a sua volta voce polisemica, con valore di ‘piuma’ e di ‘penna’, e doppio rimando alla leggerezza e alla scrittura, mentre nel Regno unito la Lettera 22 divenne semplicemente Scribe, ‘scriba’ (con allusione alla macchina servizievole) ma anche ‘scrittore’.

La macchina: Lettera22

Lettera 22

Il successo è immediato e nel corso degli anni ’50 coinvolge sempre più numerose categorie di utenti anche al di fuori degli uffici.
Illustri scrittori e giornalisti, tra cui Montanelli e Biagi, faranno della Lettera 22 un inseparabile compagno di viaggio, a cui non rinunceranno neppure con l’arrivo della scrittura elettronica.

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Entrata nelle collezioni permanenti del MoMA – Museum of Modern Art di New York e premiata con il Compasso d’Oro nel 1954, la Lettera 22 viene scelta (1959) dall’Illinois Technology Institute come il miglior prodotto in termini di design degli ultimi 100 anni.

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Il Premio Compasso d'Oro alla Lettera 22
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Prodotti Olivetti

Le vendite della Lettera 22 sono sostenute da un prezzo conveniente (42.000 lire, negli anni ’50 pari all’incirca a una mensilità di paga operaia) e da vivaci campagne pubblicitarie.

La Lettera 22 diviene, insieme a prodotti come la Vespa della Piaggio (uscita nel 1946) e alle Fiat 600 (1955) e 500 (1957), uno dei simboli dell’Italia che cambia e che si modernizza.

DRAG

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La Lettera 22 è stata prodotta in diversi colori:

Prima serie (tasti tondi): beige, beige goffrato, azzurro, verde, rosa.

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Seconda serie (tasti quadrati): azzurro, gialloverde, rosa.

I luoghi della produzione

I luoghi della produzione

La produzione, inizialmente localizzata nello stabilimento di Aglié (inaugurazione luglio 1955), non lontano da Ivrea, viene in seguito portata anche nelle fabbriche della Hispano Olivetti e della British Olivetti (probabilmente anche Messico e Brasile dopo gli anni ’60. In alcune macchine sul retro c’è la targhette Made in …).

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Rimasta sul mercato fino alla metà degli anni ‘60, raggiunge un massimo di produzione annua di oltre

2.000 unità

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Dal 1950 fino alla metà degli anni’60, sono stati prodotte in totale circa (probabilmente non considerati i numeri di produzione del Sud America).

2.000.000 unità

(probabilmente non considerati i numeri di produzione del Sud America).

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La pubblicità

La pubblicità

Negli anni ’50 l’Olivetti dedica una particolare attenzione alle campagne pubblicitarie per la Lettera 22. Il nuovo modello di portatile, rivoluzionario, leggero e solido, con una forma appiattita fino ad allora sconosciuta, è destinato al mercato di massa. L’Olivetti vuol farne uno strumento della vita quotidiana di tutti.

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E allora la pubblicità deve sensibilizzare i potenziali clienti, mettere in rilievo il valore culturale dell’oggetto, un dono intelligente che fa felice il destinatario e qualifica il donatore, uno strumento utile, facile da usare, da portare con sé dovunque si vada.

Le immagini sono fortemente centrate sulla figura del prodotto, ma spesso sono accompagnate da un testo (es. “leggera come una sillaba, completa come una frase”) che accentua alcune connotazioni della macchina.

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I manifesti sono firmati da grandi maestri della grafica pubblicitaria: Nizzoli, Pintori, Savignac e alla stesura dei testi collaborano intellettuali e scrittori come Franco Fortini e Giovanni Giudici.

Spesso le festività natalizie diventano l’occasione per campagne che propongono la Lettera 22 come un dono ideale. Giovanni Pintori disegna locandine dove vi sono lettere che ammonticchiate su una carriola formano un albero di Natale; sagome di Lettera 22 accompagnate da mazzi di fiori per creare il senso del dono…

Anche la scuola è un tema ricorrente: la Lettera 22 viene proposta come strumento prezioso per lo studente, un dono che serve come incentivo o come premio per i risultati ottenuti.

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